Tag Archives: musica elettronica

Link cs Cocoricò ?

26 Ago

link cs coco

Mi prendo qualche riga in più nel mio blogghetto per riflettere sull’oggetto del post e rispondere in un colpo solo a tutti i coinvolti .Non era mia intenzione riandare di overdose di nostalgia ma visti i recenti articoli sul Morphine/Cocoricò ed i vari post su Richie Hatwin con annessa subriflessione e ottimi articoli (vedi Damir Ivic) sul come è cambiato il ruolo del dj e delle varie musiche elettroniche da ballo (e sballo why not?) i post deliranti di un certo Matteo DeVita e viste sopratutto  le ( forse in arrivo ) celebrazioni del XXnnale del LINK nel prossimo Aprile 2014, dopo qualche gg mi sono sentito “in dovere” di lanciare qualche provos e contrastare un pochino la retorica fuorviante sul ruolo del Morphine (sia chiaro non dei suoi protagonisti)  e del Cocoricò in ordine di “tempio della sperimentazione”, in un paio di post che hanno dato vita alle polemiche che tutti leggiamo.

Non era mia intenzione fare nessuna gara su chi è stato più sperimentale dell’altro (mica siamo al CNR) mettere medaglie o elargire cucchiai di legno a nessuno, ma solo condividere il mio punto di vista da ex-ex-ex delle due strutture in cui ho avuto la fortuna di lavorare. Uso questo termine “lavoro” perchè forse è la chiave con cui disambiguare e fare chiarezza sulle differenze, al Cocoricò si lavorava per dei proprietari che miravano ad un unica cosa ; il profitto.Noi (tutti) gli vendevamo le ns conoscenze ed abilità , loro le mettevano ad (alto) profitto. Un rapporto chiaro di dare ed avere e la cosa finiva li, la domenica mattina tutti a casa e/o ufficio proprio e ci si rivedeva al momento in cui ” loro ci richiamavano se interessati al ns prodotto solo nel caso questo gli avesse supportati nel compito commerciale ad esso intrinseco.Claro not?

In ordine di questo contratto era ed è una frame controllato dalle leggi dell’imprenditoria notturna, dove un ottimo filtro creativo e di outpout di comunicazione dava l’illusione di poter sperimentare (in pochi metri quadrati in cui entravano solo amici di amici).Ma non era così. Le altre sale , quelle che riempivano il club  erano rigidamente controllate dai dj residenti e dei super PR baroni del luogo.A me scagliarono (forse giustamente?) giù dalla console artisti in ordine di fama come ; Grant Wilson Claridge+Rchard D.James, Liza E Liaz, Dj Pure, Rob Gee, Dj Kalapodis e non mancarono di rompere la palle a tutti quelli che si discostavano dall’hardtrance che andava di voga allora (vedi Daftpunk, Alex Patterson-Orb, Rey Kath etc etc ) –

Al LINK gli stessi artisti gli facevamo “risalire” in console (ed in buona compagnia) , si può dire che si lavorava per noi stessi , per una causa comune “ascoltare e proporre musica nuova” con tutti gli annessi e connessi grafica, letteratura, performances,arti digitali e altro collegato. Alla necessità di fare profitto (personale/o di team) preferivamo soddisfare il ns (e non solo ) bisogno di nuovo /Innovativo , cercando di diffonderlo per più gente possibile senza relegarlo a nessuna elitè o saletta de luxe.Insomma non vendevamo a nessuno il ns operato (lavoro?) e nessuno poteva imporci questo o quell’altro artista o genere in ordine del risultato economico ad esso collegato.                                                                                                              Una modalità sganciata dal profitto ma sopratutto permeata da una visione nettamente contrapposta del come sperimentare e proporre nuove sonorità elettroniche, che non serviva a secondi fini d’immagine connotatitivi (di costume ndr) , quello che programmavamo  era la sostanza, il  succo , il contenuto allo stato puro.; il Link era principalemnte (nonostante la location evocativa) la musica che ci proponevamo dentro  stop it.                                                                                         Alla necessità di fare profitto diventando accondiscendenti verso i gusti del pubblico (quindi per banalizzare immagine+costume) ci siamo (quasi) arrivati dopo una decina di anni  ed è stato l’inizio della non fine (essendo ancora il LINK vivo e vegeto)  http://www.link.bo.it/

In questo percorso abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare nelle sale grandi tutta una serie di sonorità al buio fiduciosi che il pubblico ci avrebbe seguito , e così per ns fortuna è stato.Questo fino a quando non abbiamo ecceduto in quella che Fabrizio Usberti (SINAPSI) chiamava “ricerca del consenso” (vedi capatina annuale di Jeff Mills) diradando le proposte di rotture -appunto sperimentali o relegandole a giornate infrasettimaneli (vedi Notte Vidal ) o inserendole nelle sale più piccole della allora multi location di via Fioravanti (vedi Cafè des Ignorantes+ Infoshop) dove hanno resistito fino alla fine della prima esperienza (2004) proseguendo poi dopo al di fuori in altri clubs cittadini (as Locomotive )

Questa breve analisi si riferisce agli anni 90 senza entrare  in merito a LINK e Cocoricò odierni.

Proprio sugli anni 90 a Bologna sarà incentrato il XX Linkennale  del prossimo aprile 2014, sul ruolo  avuto in quegli anni insieme ad altre realtà nel marketing culturale della città, allora meta nei lunghi week end da parte di decine di migliaia di clubbers (e non solo) provenienti da un’area di 2-300 km (mas o meno).

Chiudo rilanciando l’ evento sopracitato  https://www.facebook.com/events/312682458829260/  appellandomi a chiunque fosse interessato a parteciparvi attivamente nel tenere d’occhio gli appuntamenti pre-organizzativi ed a parteciparvi.

MBB

Green Clubbing in Italy !

13 Feb

La notte diventa sostenibile (anche nei locali italiani…)

logo green night

Ha compiuto un anno il progetto Green Night  che porta in Italia la realtà del Green Clubbing: locali notturni “green”, sostenibili ad impatto ridotto sull’ambiente, sulle persone che li frequentano, sulle urbanità o ruralità che li ospitano.

45 mila tonnellate di anidride carbonica: sono le emissioni di concerti, festival, dj performance che vengono organizzati in un anno in Italia, che sono pari al consumo medio annuo di 6 mila famiglie di tre persone, o di 22 mila auto che percorrono ciascuna 10 mila chilometri.

A questa cifra vanno ad aggiungersi il consumo di risorse naturali, di materie prime e la produzione, spesso massiccia, di rifiuti. Si capisce allora come sia importante lavorare per diminuire l’impatto ecologico dell’industria del divertimento, a cominciare dai locali notturni che ne sono una componente essenziale.

Da queste considerazioni è nato il progetto Green Night, ideato dal Centro Antartide di Bologna, da 20 anni attivo sui temi della comunicazione ambientale, con un primo sostegno in fase di Start Up della Regione Emilia-Romagna. Al progetto collaborano a vario titolo l’Associazione Culturale Dualica, Legambiente Reggio Emilia, WWF Rimini, coop Il Millepiedi, il portale Splitgigs.com, l’istituto di certificazione Certiquality.it e la OneBoris.net

Dopo una fase di sperimentazione che durante lo scorso anno ha coinvolto tre locali poliedrici dell’Emilia Romagna, il Fuori Orario di Reggio Emilia, il Locomotiv di Bologna e i Velvet di Rimini, il progetto “Green Night” si muove ora verso la creazione di una rete nazionale di club interessati a ridurre la loro impronta ecologica e di imprese che forniscono servizi e prodotti green.

I locali vengono invitati ad entrare nel circuito attraverso la sottoscrizione di un primo form che si trova sul sito del progett. Successivamente (solo su loro richiesta) dopo una prima verifica sul posto gli verranno proposti interventi tecnici e logistici, riassunti nel protocollo, al quale potranno aderire con vari livelli di impegno e di migliorie.

Il punto di partenza sono sicuramente gli interventi che permettono di ridurre i consumi di acqua ed energia prodotta da combustibili fossili, per passare all’utilizzo di energia certificata verde  proveniente da fonti rinnovabili. Ma anche il menù e la somministrazione di bevande sarà una variabile importante per contenere l’impatto ecologico del locale, con soluzioni a chilometro zero e di stagione, acqua del rubinetto, ed anche piatti, bicchieri, posate e cannucce in materiale biodegradabile.

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Ulteriori interventi potranno prevedere il miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti  con isole verdi posizionate all’interno del locale, dotate di multi-contenitori design.                                                                                                   Si potrà favorire le bevande alla spina per ridurre il numero dei vuoti a non rendere. Parlando di consumi energetici, infine, non si possono trascurare quelli associati alla mobilità ed al trasporto, con la proposta di incentivi sul biglietto d’ingresso e sulle consumazioni per chi si reca al locale con mezzi pubblici,in bici o con il taxi collettivo o il car-pooling privato.

Il margine d’azione è ampio, fino ad arrivare all’installazione di pannelli fotovoltaici,sonde geotermiche ed altre soluzioni simili per la riduzone dei consumi e delle emissioni di CO2.                                                                                                           Un processo  graduale, a cui ogni locale potrà aderirvi gradatamente ed a seconda delle sue caratteristiche e della sua disponibilità.

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In questo percorso il pubblico del locale riveste una parte fondamentale nel progetto: oltre agli interventi tecnici infatti Green Night prevede interventi di sensibilizzazione e comunicazione che da un lato valorizzano l’impegno del locale e dall’altro sono l’occasione per parlare di sostenibilità al proprio pubblico, rendendolo parte attiva di ogni innovazione ecosostenibile adottata, di cui sono i primi e principali fruitori durante le serate e gli eventi a cui loro stessi partecipano.

Sul sito del progetto la sezione news-notizie raccoglie il racconto di esperienze di green clubbing world wide;  dal famoso WATT Club di Rotterdam sequel del concittadino Off Corso, all’iniziativa inglese  Club 4 climate ed il Surya di Londra,  la tedesca Green music iniziative con il relativo Green Club Index  dei locali ; KOI, Das Zimmer , Rude 7  tutti e tre di  Mannheim, il  Bahnhof Langendreer a Bochum, il Club Bahnhof Ehrenfeld di Köln,  Club Butan di Wuppertal, lo Stereo a Bielefeld , il Gloria in Köln, fino al Travolta a Frankfurt e l’Ufer 8 in  Düsseldorf.

Non tralasciando  esperienze  in territori extra europei quali gli USA con le GreenHouse  di Ny e Fort Lauderdale in Florida, il Temple a San Francisco e il Butterfly Social Club a Chicago.

Nel sito trovano spazio segnalazioni e recensioni di nuovi prodotti, servizi e tecnologie disponibili per locali e club sul versante green utili per adottare soluzioni di sostenibilità prima descritti.

Nell’attesa che la rete di locali e di aziende fornitrici si espanda, Green Night diventa così anche in Italia un marchio che accerta la sostenibilità del locale notturno in tutti i suoi aspetti ,un elemento utile per la promozione dell’immagine del locale, un nuovo sistema di fidelizzazione del pubblico attraverso il rispetto dell’ambiente.

Ma anche un sistema aperto a chiunque tra gestori, organizzatori e PR voglia collaborarvi per  farsi promotore del progetto e diventare dispensatore di buone pratiche di Green clubbing  eco sostenibile.           

Informazioni e contatti

Centro Antartide

tel. 051 260921

info@greennight.it

www.greennight.it

www.centroantartide.it

www.facebook.com/grennnight

MINUS HABENS eXperYenZ @ BOLOGNA

29 Gen

Venerdì 1 Febbraio 2013 MINUS HABENS eXperYenZ come to Bologna , l’occasione è l’uscita del libro omonimo a cura di Alessandro Ludovico, edizioni Pool. Uno strumento utile per chi comincia ora le sue avventure artistiche nella cultura digitale, il cui sottotitolo è la sintesi del programma della manifestazione ovvero ; Dalla musica elettronica al cinema attraverso un percorso inconsueto” ,

Si inizia con la presentazione multimediale alle ore 18 presso la libreria Modo InfoShop in via Mascarella 247B, Bologna ( http://www.modoinfoshop.com/)  dove si ripercorreranno i primi 25 anni di attività della Minus Habens (http://www.minushabens.com )  da chi (come raccontato nel libro) via ha collaborato a vario titolo. Interverranno qui: io, Michele Casella, Alessandro Ludovico, Ivan Iusco, Diego Loporcaro, Georgio Vocoder, Alessandro Bocci , Noorgio-Decadence

copertina_XYZ

Alle ore 20.30 ci si sposta al QuBò, ospiti della one night  DECADENCE  (www.decadence.cc) giunta proprio in questa data all’ottavo anno di attività. Negli spazi suggestivi delle ex Carceri di Palazzo Pepoli, ai piedi delle Due Torri (Vicolo Sampieri, 3 – Bologna) pregusteremo una cena fetish-goth per passare alle danze (e non solo ) quando alle ore 22.30 si esibirà Dirk Ivens aka DIVE performer e produttore discografico belga , a rappresentare la Minus Habens , accompagnato dal dj-set di D.LOOP (ex-Kebabträume e Limbo) e dal Videowall a cura di ARCHIVIO MH.

Dive+ivens

Dirk Ivens è attivo dal lontano 1980 , quando con Eric Van Wonterghem milita nel duo Absolute Body Control .In seguito nel 1985 con Marc Verhaeghen fonda la storica band The Klinik, Ma è nel nel 1991 che Dirk Ivens crea Dive, progetto con cui realizza sette album di successo licenziati in numerosi paesi, tre dei quali pubblicati dalla Minus Habens Records del compositore italiano e label manager Ivan Iusco con cui ha collaborato per la realizzazione degli album “Concrete Jungle” e “Snakedressed”. Nel 1996, fonda il progetto Sonar con Patrick Stevens che dopo due anni lascia il posto a Eric Van Wonterghem. Fondatore e titolare dell’etichetta Daft Records dal 1991.I numerosi progetti e l’impressionante discografia fanno di Dirk Ivens uno degli esponenti della scena elettronica contemporanea belga ed internazionale.

Questo che segue invece è il mio contributo che troverete all’interno di XYZ  in bella copia (senza orrori ortografici ed inesattezze qui intonse)

MInus Habens ? A chi?

Anche se non ho mai studiato latino nel lontano 1993 rimanevo stupito nel leggere il nome di questa etichetta discografica (trad.scarsamente dotata di intelligenza) sui grandi vinili, di quella che poi avrei invece avrei imparato a definire nei vari generi e sottogeneri come musica electro, tecno o dance elettronica intelligente (IDM).

Musica prodotta in Italia e precisamente a Bari per un pubblico di persone tutt’altro poco dotate di materia grigia. I dischi li trovavo accatastati in via Scalinata della cittadella a Genova, nell’ufficio di Fabrizio Usberti aka Dj Kalapodis (RIP) , dove aveva base l’headquarter della sua mitica e mistica distribuzione Sinapsi. Il più delle volte erano insieme a quelli di una altra label DISTURBANCE , tra cui mi fulminò la compilation “Outer Space Communications V. 1.01”, dei vari Lagoswki , Dive, X4U, 303 Nation , un pezzo di Fabrizio “Genova bang bang” e soprattutto Supremacy II di Polygon Window, progetto che solo dopo alcuni anni ricollegai a Richard D. James .

Facevano parte della contropartita di produzioni italiane, insieme alle labels romane, distribuite dalla prequel Remix poi Final Frontier di Roma (su cui tornerò dopo ) che Fabrizio scambiava con la Planet Core Production di Francoforte, i quali rilasciavano indietro in puro scambio alla pari missili di hard e trance core a nome di PCP , The Mover e altre progetti di industrial core mai risentiti ,che poi scoprì essere suonati da djs (per noi commerciali) come Cirillo, Moka e Dj Ricci (RIP) con cui poco dopo finimmo per collaborare al booking di djs stranieri. Il tutto avveniva tra Genova e Francoforte in una forma di baratto dove non c’era nessuna circolazione di denaro, basata su una sintonia ed un rispetto reciproco, ad oggi ancora insuperato da qualsiasi altra collaborazione italo-straniera nel genere.

Anche per questa pratica commerciale mi sembrava di aver a che fare con una setta segreta, nella quale quel tipo di musica (a me allora quasi del tutto sconosciuta) era un enigma criptato, i vinili, qualche timido CD , le riviste ed i flyers dei megaraduni dance tedeschi ed olandesi, erano delle Stele di Rosetta o dei codici Enigma da decifrare con una macchina elettro-meccanica .

Allora io muovevo i primi passi nell’organizzazione di eventi musicali notturni nella città in cui vivevo e vivo tutt’oggi Bologna.Dalle serate al Depot di via del Pratello a nome B-ESP a cura del trittico Enzo Casucci (al sax) Angelo Sindaco (ai piatti) e Bartolomeo Sailer (electronics) ero passato a dei proto mini-rave, dove la libertà della pratica stava nella proposta musicale più che nei luoghi dove avveniva, centri sociali in cui i quadri politici erano (e sono ) ignavi di quello che realmente si faceva quali Pellerossa e soprattutto Livello 57 (quando era nell’ex Bestial Market).Dove grazie ad alcuni illuminati compagni di Radio K, ero riuscito ad organizzare una serie di concerti EBM tra cui il live di X4U ed IT, data passata via Sinapsi , in cui ebbi l’occasione di conoscere Ivan Iusco nella duplice veste di artista( IT) e label manager delle etichette Minus Habens e Disturbance , dando inizio ad una lunga collaborazione a distanza nello spazio e nel tempo.

L’entrata nel gota degli organizzatori mi permise di passare dall’L57 , al Covo (grazie ai mitici Dedu e Steve) e poi al LINK ,centro media culturale nato nei meandri del mio corso di laurea DAMS tra i capoccioni del collettivo omonimo DAMSTERDAMNED, a cui evidentemente allora facevo simpatia e pensavano di poter sfruttare la mia ansia di far divertir e e ballare in maniera intelligente come fu per circa 10 anni dal 1994 al 2005, anno del mio suicidio ed espulsione dal Link Associated (ma questa è un’altra “brutta” storia)

Stranamente l’azione organizzativa (per un breve periodo ) passò nei principali techno club italiani quali Coccoricò, Matis, Asylum e Teatriz e altri minori.Il percorso fu facilitato sia a casuali incontri con personaggi come Loris Riccardi e Renzo Palmieri (art director e direttori del primo storico Cocco) ed anche dall’amico nemico di sempre Andrea Carnoli (introdottomi all’epoca dall’art director ed artista Gianluca Bernardini grande supporter visivo già dagli albori) , ma soprattutto dall’entrata in scena con due inaspettati grossi colpi di teatro, baciati dalla così definita fortuna dei giovani principianti;“The rage of gyspy rave” il primo vero illegal rave della regione ed il concerto (gratuito ) dei Test Department. Il rave “La furia della festa gitana” l’avevo organizzato nell’estate del 1992 sotto il Ponte lungo della via Emilia sul fiume Reno, insieme all’opera nomadi ( Caritas ) per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle precarie condizioni delle comunità ROM profughe dalla ex Jugoslavia in fiamme che abitavano in riva al fiume a rischio alluvioni. Grazie ad Alessandro Bocci (qui come Dj M16 ) avevo re-incontrato Fabrizio Usberti , da cui Sandro acquistava dischi e CD per il suo negozio Blue Cover Carrara. Fabrizio lo avevo già conosciuto anni prima nel decadente quartiere periferico di Genova Pegli , dove si abitava entrambi , ma senza frequentarsi.

La sua fama avrebbe poi confermato negli anni a seguire le sue capacità di innovazione stilistica sia nel campo delle musiche elettroniche, che in quello successivo dell’abbigliamento , dove con la sua linea realizzata con la compagna Paola vestirono alcuni dei principali artisti della scena elettronica italiana e quasi tutta la Rephlex record , come testimonia una fotografia in doppia pagina della crew ritratta in un articolo omonimo su uno storico numero di NME (oggi introvabile) .

Il secondo evento propulsivo furono i Test Department live, al centro sportivo Barca, con in apertura la performance delle Zazzemite, il progetto live M16, di Alessandro Bocci,Manuel Giannini e Roberto Bertacchini, degli allora Starfuckers poi Sinistri. Per complicarmi la vita e dare un senso all’iniziativa avevamo chiamato la serata “Rumori di guerra per suoni di pace” contro intervento USA in Somalia, la Restore Hope mediatica di Bill Buffalo Clinton. Risultato un plotone di celerini a ns disposizione a bloccare le entrate del centro, permettendoci di chiedere ben 5.000 lire all’ingresso di quella che poi sarà tristemente conosciuta come “entrata a sottoscrizione obbligatoria” .

La produzione tecnica di entrambe le serate fu supportata da un altro personaggio basilare in questa mia pre tecno storia; Martin Patterson, fratello di Alex Patterson – THE ORB e membro del collettivo artistico Mutoid Waste Company. Senza di lui e degli altri “Mad UK Max” non sarei mai riuscito ad organizzare queste due iniziative e tante altre negli anni a seguire .

Martin ed i Mutoid con la mediazione logistica di Sergio “Omnidrive “Scanu ci invitarono così a collaborare alla festa annuale che si teneva al loro campo in Santarcangelo di Romagna, durante l’omonimo festival teatrale. Dopo la caotica esibizione di Fatur che compromise quella dei Massimo Volume (al pelo) ed annullo quella degli Starfuckers,  fu la volta di Sick hardcore e Dj Kalapodis (Fabrizio Usberti) con a sorpresa il supporto di Andrea Benedetti (Dj Sprawl) , della prima citata Final Frontier , con cui distribuiva insieme all’(allora )“allievo jedi” Marco Passarani produzioni delle proprie labels Plasmek ,Nature e di altri validi progetti di producers made in Rome quali Marco Micheli , Gabriele Rizzo ed in parte dei più affermati Lory D e Leo Annibaldi.

Con gli amici romani fu un colpo di rullante di 909! Un pattern con cui si diede il via ad una relazione professionale ed umana oggi ancora viva e vegeta, durante la quale mi supportarono in tutte le mie scelte ed operazioni . La più significativa fu la creazione comune di Distorsonie, il primo festival dedicato alle etichette di musica elettronica italiane. In seguito DF, un happening di musiche elettroniche da ballo, nazionali nelle prime due edizioni, internazionali nelle successive sette..

Un appuntamento annuale (ritornando all’incipit) dove dalla prima edizione invitai anche l’altro (ancora oggi) collaboratore ed amico Ivan Iusco a partecipare in forze con le sue etichette e la rivista Neural di Alessandro Ludovico. La collaborazione si ripetè ad ogni edizione e per tutta la durata del festival , passando dall’industrial Kebatraume, al caustico progetto Monomorph dei fratelli D’Arcangelo ,il drum bass patinato degli Edmondo, il genio di Dati, i sofisticati Pilot Jazou, fino agli allora solo elettronici Vegetable G. In tutto 9 edizioni, dal 1995 al 2004, tutte tenutesi nel centro media culturale LINK, prima Project , poi Associated. Dove militai a vario titolo, organizzando decine e decine di eventi , fino all’anno in cui chiuse la sua prima sede (dietro la stazione dei treni) per proseguire oltre la tangenziale , nella suburbia cittadina, dove è tutt’ora aperto ed attivo.

E qui il cerchio (ed il pezzo ) si chiude con circolartità kubrickiana a me tanto cara, lasciando aperto il “to be continued” ad approfondimenti multimediali via motori di ricerca web (per quanto dell’epoca pre internet qui citata si può oggi trovare). Mentre per correzioni e giunture narrative chiedo a quanti ho citato e quanti invece ho dimenticato (scusandomi con loro ) di farlo di proprio pugno e mouse qui di seguito o nei social network collegati.

Questo breve promemoria è dedicato a tre amici scesi per sempre dalla console della vita (RIP) ;

Fabrizio Usberti aka Sinapsi / Dj Kalapodis

Martin Patterson aka Little Fluffy Luke

Riccardo Testoni aka Dj Ricci

Rock 1.0 !!!

25 Set

Bello  l’evento “Italia Loves Emilia”  di sabato 22 settembre al campo Volo  di Reggio Emilia , anzi direi eccezionale, 150.000 mila persone in un colpo solo per oltre 3 milioni di euro raccolti per i terremotati emiliani.

Nonostante il risultato lo posso definire un evento ed un modo di raccogliere fondi “Rock 1.0”,  non dissimile da Live AID ed altri momenti concentrati in uno (o due luoghi ) in una ( o due giornate) , con tutte le problematiche logistico-ambientali, che qui tralascio per non risultare troppo “un opinionista a km zero”di cui son pieni media e web.

Ritorno invece sulla mia proposta autogenerativa di mesi fa ;

Emilia Romagna (Good) Vibes  ( https ://www.facebook.com/EmiliaRomagnaVibes )

Era indirizzata ad operatori artisti  e fruitori della scena club e disco emiliano–romagnola e nazionale tutta.

Ma da questi quasi completamente ignorata ( esclusi DJ Cirillo, Ricky montanari e Athletic Duo, unici ad aver donato con  parte del loro fee della Molo Street Parade  )

Forse perchè poco chiara, o forse perchè come tanti mi dicevano quello è un ambiente cinico di persone a cui “non gliene fotte nulla” di fare della beneficenza etc etc insomma le solite disco e discotecari.

O forse perché per gli eventi di beneficenza ci vuole il clamore mediatico canonico (radio-TV) vedi Teletohon ed altri simili, mentre nel web funziona la raccolta fondi tramite la lenta  colletta del crowdsourcing su progetti più produttivi tipo start up o produzioni audiovisive e altro di tangibile?

Oppure perchè nonostante la presenza dei conti correnti della Regione ER, partnership con Zero Edizioni, Youmpa , il SILB etc etc  io (promotore dell’iniziativa) nella scena club culture non sono più una voce attendibile/credibile?

Magari qualcuno dei miei ex colleghi organizers e  amici djs contattati ed interpellati inutilmente sul progetto  mi risponderà?

Ma non mi interessa avere dei riconoscimenti personali , quelli li ho sempre lasciati ad altri fenomeni  in fronline, a me sarebbe stato sufficiente raccogliere qualche migliaia di euro facendo circolare un immagine positiva della Regione per evitare cancellazione prenotazioni vacanza estive in ER tenere alta la visibilità sulla tragedia anche nei target giovanile (clubbers) etc etc.

Ma non ci sono riuscito perché ci ho lavorato troppo poco, affidandomi ingenuamente alla capacità virale della rete e dei social media

Sbagliato ! Quelli sono mezzi che vanno imboccati day by day come dei poppanti.

Eppure i numeri c’erano e ci sono per superare Campo Volo sia dal punt di vista economico che della visibilità e soprattutto della continuità post–emergenziale, dando una continuità spazio temporale che andrebbe ben oltre l’effetto bomba dell’eventone by Ligabue & co.

Eccoveli ;

2500 – 3500 le discoteche in Italia

Emilia Romagna 11,5% (300 circa)

180 megadiscoteche con piu’ di 1500 posti (il 50% capienza inferiore ai 400)

30mila gli addetti occupati nel settore ed altrettanti nell’indotto

15 milioni gli italiani che nel 2011 sono andati almeno una volta in disco (26% dei residenti)

100 milioni le presenze annuali

30 milioni gli stranieri

Un miliardo e 400 milioni di euro e’ l’introito delle discoteche italiane

600 milioni gli euro spesi

DJ: 10.000

Persone impiegate: 200.000

Presenze ogni anno: 200 milioni

Frequentatori abituali: 5 milioni

Ora forti di questi dati si riprende in mano il progetto di creare (ed usare ) un cartello dedicato alla promozione e valorizzazione del territorio musicale regionale legato all’area club-culture  già accennato nel 2004  durante un incontro tenutosi nell’ultima edizione del Distorsonie Festival,  in collaborazione con il London Liquidworks di Liam J.Nabb e Lousie Oldfield, dove veniva ribadita la  specificità musical–territoriale  di tutta la  Regione ER.

Da questa verifica si rilancerà  il progetto con il nome di “Vibers” (sotto titolo e sito a capo di Emilia Romagna Vibes)        con un agenda di sviluppo sia online, che offline, a cui spero questa volta aderiscano i beneficiari (operatori settore e istituzioni territoriali) entrambi nei precedenti tentativi un po distratti…

Ma si sa i discotecari sono un po dei rimasti…..

Al prossimo post per maggiori dettagli ed informazioni !

Stay Vibers !

Antonella Ruggiero e Coniglioviola in Concerto (senza titolo)

23 Gen

Aiuto una cara amica nel promuovere questa lodevole e trasversale iniziativa artistica presente nel programma ufficiale degli eventi di Arte Fiera-Art First OFF 2012 Antonella Ruggiero e Coniglioviola in Concerto (senza titolo), previsto Venerdì 27 Gennaio al Teatro delle Celebrazioni, in via Saragozza 234 (BO) http://www.teatrocelebrazioni.it

Da qui in avanti prendo il comunicato e lo riposto paro-paro, sperando di attirare curiosità e pubblico pagante di supporto all’operazione (ci tengo a precisare) completamente autofinanziata;

Antonella Ruggiero affiancata da un violinista e un ballerino.

Per indagare il tema tabù della musica contermporanea, quello della morte.

In scena va un Concerto senza titolo: come un file appena creato sul computer e ancora da rinominare, uno spazio bianco da riempire.

Compositori elettronici del calibro di Matteo Curallo, Alessandro Siani, Luca Vicini danno a testi classici una veste nuova e inaspettata.

Una nuova produzione teatrale che vede protagonista Antonella Ruggiero con la regia del video artista ConiglioViola che combina musica elettronica, videoart, danza e performance per indagare poeticamente la collisione tra il tema-tabù della morte e la cultura pop. ConiglioViola ci guida lungo un’antologia di canzoni che raccontano e indagano poeticamente il più grande tabù della cultura contemporanea per restituircele in una veste completamente riattualizzata dagli arrangiamenti di una crew di musicisti elettronici di culto e dalla magia dell’interpretazione live di Antonella Ruggiero. Un concerto senza titolo, dunque, giacché la protagonista è innominabile, interpretato da archi elettrici, voce, danzatore e computer.

Il tutto per portare in scena una nuova opera d’arte totale, ipnotica e fantasmagorica, che combina le tecniche tradizionali del Black Light Theatre con tecnologie video d’avanguardia come le proiezioni olografiche. Le proiezioni qui non sono né sfondi né film: sono attori che agiscono in assenza, capaci di creare un mondo di volta in volta diverso per ognuno degli episodi musicali dell’antologia.

Per fare questo ci sono tecnologie pioneristiche come l’olografia ma anche dell’utilizzo contemporaneo di molteplici piani di proiezione: il fondale del palcoscenico, la gonna-installazione di Antonella Ruggiero (che illuminandosi dall’interno si trasforma in una sorta di abat-jour) e il grappolo di palloncini che Antonella porta in scena. In scena, dentro un altro artificio, non digitale ma di antica tradizione, il black light theatre, che richiama le fantasmagorie della morte, suona nel buio un quartetto di archi elettrici, gli strumenti che più ricordano la forma del corpo umano, svuotati però della corporeità, e un pianoforte a coda, che aprendosi assume le sembianze di una grande bara. E poi la voce più immateriale della musica italiana, la magia di Antonella Ruggiero che, sospesa su una gonna-installazione alta tre metri e muovendosi esclusivamente su dei binari, traghetta gli spettatori dall’uno all’altro mondo.

Info tel; 051.6153370 – 6153374

Comunicato in dettaglio;
cs_concerto_senzatitolo

DISTORSONIE? PDF?

14 Feb

Oggi mi hanno notificato il redirect del sito http://www.distorsonie.it qui sul mio nuovo personal blog.
L’url corrisponde al sito del primo festival italiano dedicato alla musica dance elettronica
Pensato ed organizzato a 4 mani e due teste con Andrea Benedetti (Final Frontier.Plasmek rec-Roma) si è svolto dal 1995 al 2004, per 9 edizioni, presso il centro culturale indipendente LINK di Bologna.

Nel 2005 alla fuoriuscita della H-uge dal centro è proseguito per altre tre appuntamenti singoli sotto lo pseudonimo PDF (Post Distorsonie Festival ) ospite di “festival amici” come Sensoralia e Netmage, per concludersi in un suo ultimo Post-it di epilogo lo scorso Maggio nel nuovo LINK di via Fantoni 21

Dell’esperienza di 15ennale rimangono numerose ed indelebili tracce sulla rete; http://www.google.it/searchhl=it&q=distorsonie&meta=
nelle quali si inserisce l’URL (di tutte madre puttana) qui reindirizzata per curiosi e ricercatori di ontologiche verità sul chi e il quando degli eventi musicali elettronici made in Italy.

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