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Remix at Pompeii ; smanettoni audio & visivi di tutto il mondo unitevi e partecipate!

18 Giu

Questo che segue è il copia ed incolla di un progetto di remixing civico basato sul film musicale ” Live at Pompeii”  dei Pink Floyd, per le regia di Adrian Maben , a cura mia (OneBoris ) con la collaborazione di Lino Monaco dei  Retina.it http://www.retinait.com , con  il coinvolgimento del centro socio-culturale PompeiLab www.pompeilab.com.

1972 Pink Floyd Live at Pompeii

Premesse

In occasione del 40ennale dalla realizzazione della terza ed ultima versione del film concerto  “Live at Pompeii”(agosto 2014)  girato dal regista Adrian Maben  per il gruppo rock Pink Floyd all’interno del Sito Archeologico di Pompei (https://www.youtube.com/watch?v=4q2P1dhef8w)  si vuole lanciare un progetto di “webcrowd remix” , da parte della comunità locale ed internazionale dei musicisti elettronici, chiamati a rivedere in chiave contemporanea i brani contenuti nelle 3 versioni del film, compresi quelli aggiunti dopo in studio:

Echoes, part I/II

Careful with That Axe Eugene

A Saucerful of Secrets

One of  These Days I’m Going to Cut You into Little Pieces

Set the Controls for the Heart of the Sun

Mademoiselle Nobs (Seamus)

Us and Them

Brain Damage

 

 

Al progetto ha aderito Alex Patterson leader del gruppo The Orb http://www.theorb.com  che in luce della collaborazione con David Gilmoure nell’LP MetallicSpheres  ha dato disponibilità di inoltrare ai Pink Floyd stessi un abstract dell’iniziativa con la quale cercheremo  di ottenere una loro autorevole liberatoria e sopratutto l’accesso ai files dei brani in formato digitale multitraccia.

I brani audio potranno avere una loro declinazione video ambientata nel sito archeologico diventandone una prova testimoniale della loro bellezza, del loro attuale stato di fatto e soprattutto di recupero.

Della versione registrata in studio dei  brani presi in considerazione  si useranno i file delle varie parti dei brani che compongono il live .  Ovvero parti di ,batteria , chitarre, synth e voci ma anche le parti fondamentali del brano . I file dovrebbero essere in .wav oppure Aiff a 48khz per avere una maggiore qualità di audio tale da avere un prodotto di alto livello sonoro. I brani rivisitati si raccoglierebbero su un sito dedicato dove si darà la possibilità (dietro registrazione)  sia di scaricare che di uplodare i files

Remix & remix

La raccolta dei brani (e dei video ) avverrà su diversi livelli , quattro per l’esattezza;

1-uno internazionale; a cura di Alex Patterson(e nel caso si aprisse una collaborazione anche dei Pink Floyd o almeno del solo David Gilmoure)

  2-uno nazionale; a cura di Mauro Boris Borellae Lino Monaco

 3-uno locale (Pompei , Napoli, Campania)  a cura del centro socio-culturale PompeiLab con la consulenza di  Lino Monaco

  4- un quarto completamente  web native; per chiunque voglia usare i files che metteremo a disposizione  per remixarli ed inviare brano da loro rivisto.

 I primi 3 livelli confluiranno in una compilation /playlist  digitale, disponibile sul sito dedicato (in via di apertura) http://www.remixatpompei.net  , selezionata dai collaboratori prima elencati,  con la possibilità di poter averne anche il patrocinio da parte dei Pink Floyd stessi.

Il quarto livello sarà funzionale a creare una comunità intorno al progetto, utile a comunicare il progetto stesso e tutto il suo indotto artistico, che potrà diventare ambasciatore e promotore del progetto ma soprattutto di Pompei.

Crollo-a-Pompei

Non solo audio

 Ai brani si pensa di abbinare una interpretazione video-visiva che potrebbe prevedere in egual misura una modalità di raccolta che vada a rispettare i 4 livelli identificati per l’audio.

 In questo modo si andranno a raccogliere diverse competenze per dare un corrispettivo visivo alle tracce audio riguardante il contesto degli scavi di Pompei in cui dovrebbero essere ambientate le riprese video.

I brani audio potranno avere una loro declinazione video ambientata nel sito archeologico a cura sia di videomakers internazionali (professionisti)      che di locali,  ma anche da parte di  turisti, oggi equipaggiati con ottime telecamere HD. In modo da avere da più punti di vista e competenze una prova testimoniale dell’attuale stato di fatto e soprattutto di recupero degli scavi e (nonostante le critiche) della loro bellezza.

Perchè Remixare  Live at Pompeii?  

Perché sia il film, che i suoi autori, sono ancora nomi tutelari della musica rock sperimentale, legati in modo indissolubile al sito archeologico di Pompei , ed un rivisitazione autorizzata di remixaggio dei loro  brani  da parte di grandi e piccoli artisti elettronici  sarebbe utile ad alzare attenzione sulla  situazione in cui versa il sito archeologico.

Perché potrebbe essere anche utile a raccogliere fondi dall’eventuale vendita degli MP3 risultanti dai remix degli artisti partecipanti e magari dai biglietti venduti per assistere ad un mini festival a porte chiuse ( o anche aperte?)

Un occasione  ( se in accordo con la Sovraintendenza di Napoli e Pompei) per riportare negli scavi la musica popolare, sotto la sua ultima veste elettronica, in  una due giorni di live acts a porte  aperte , dove far esibire in un primo giorno gli artisti locali e nazionali,  mentre nel secondo dare spazio ad artisti stranieri di caratura internazionale

PompeiScaviInternoVesuvio

Video kill the archeological thief

Un evento (anche nel caso non si possa fare a porte aperte) da riprendere e mandare in streaming ( via web) , coinvolgendo l’altra community di video makers locali ed internazionali (magari ancora capitanati dal regista AdrianMaben?) per una ripresa o una regia dell’evento ancora in mezzo agli scavi.

Attraverso questo sotto-operazione di ripresa video degli scavi e messa in rete sotto formato web video-clips (via Youtube ) si potrà attuare una forma artistica di controllo e monitoraggio sullo stato di avanzamento dei lavori di recupero dell’area.

  In modo da permettere al MIBAC , alla UE ed a tutto il mondo, di seguire lo stato di avanzamento dei lavori del  Grande Progetto Pompei in una modalità innovativa, che andrà ad esaltare e valorizzare tutta l’area archeologica come fece il famoso film dei Pink Floyd 40 anni fa, ma (come vedremo) questa volta partendo dal basso, ovvero dai protagonisti che abitano, vivono e producono (cultura e informazione)  a Pompei e dintorni 365 gg all’anno. 

ARCH[é]LETTRONICA(2014/2015 ?)

La declinazione performativa di Live at Pompeii potrebbe svolgersi dentro o vicino degli scavi archeologici. riprendendo il progetto  ARCH[é]LETTRONICA, festival internazionale dedicato alla musica e alle arti pensato nel 2008,  all’interno dello spazio urbano dell’ex Depuratore comunale di Pompei  (l’attuale PompeiLAB),  che oggi, nei due giorni previsti,  potrebbe avere una sua collocazione anche all’interno o nelle vicinanza del sito archeologico

Il progetto, anche grazie ad un eventuale (ma auspicabile ) riconoscimento da parte del MIBAC, dovrà e potrà essere un volano di comunicazioneutile a coinvolgere ed attirare su Pompei altri stakeholders ed eventuali sponsor, ma anche tutte le persone che potranno dare un loro piccolo e/o grande contributo sia a livello artistico, che economico (via crowdfunding) partecipando al progetto in varie modalità e titolo

Grande Progetto Pompeii !!!

Il recente stanziamento di oltre 100 mil. di euro per il Grande progetto Pompei  http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/GPP/index.html  sarebbe una motivazione supplementare per  attirare attenzione sull’area archeologica  per monitorare il corretto  utilizzo di questi fondi.Compito che il MIBAC ha demandato non solo alle forze di Pubblica Sicurezza ma anche attraverso un civichackinglanciato dal progetto di open data http://www.openpompei.it

Questo progetto di monitoraggio civico coinvolgerebbe  il centro socioculturale PompeiLAB www.pompeilab.com .

Struttura che dovrebbe interagire nella logica della collaborazione territoriale  andando a raccogliere in primis i lavori sia degli musicisti elettronici locali, ma anche i video makers della zona interessati a dare una declinazione visiva ai brani.

In questo modo si andrebbero a valorizzare tutta una serie di nuovi protagonisti dello sviluppo culturale e musicale e audiovisivo della zona (Pompei-Napoli) che della Regione (in questo caso Campania).

pink floyd

PompeiLab vs OpenPompei

Citando il manifesto di OpenPompei “Come dappertutto in Europa, anche nell’area che fa centro su Pompei una nuova generazione è in movimento. E percorre strade nuove, correndo anche qualche rischio; innovazione sociale, attivismo civico, hacking degli stili di vita, impresa sociale”.

 Questo progetto potrebbe essere utile a far emergere ed incontrare queste persone, mettendole  in relazione tra loro e con una scena nazionale ed internazionale, per essere riconosciute come una formidabile risorsa per il territorio a cui appartengono.

Il progetto di comunicazione video-musicale Remix at Pompeii sarebbe un ulteriore  faro composto da tante piccole lampade con cui illuminare il sito archeologico per promuovere una cultura della trasparenza attraverso l’alleanza con i cittadini e gli artisti di Pompei (e dintorni) coinvolti.

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Open data at Pompeii

Questa operazione comincerà proprio dalle attività che lo Stato ha avviato sul territorio, e in particolare dal Grande Progetto Pompei. Aprirne i dati  darà a tutti la possibilità di conoscere, organizzarsi e partecipare.

Il percorso che potrà essere  facilitato se tra questi dati inseriremo anche i remix dei brani dei Pink Floyd  realizzati in loco e nel mondo, spettacolarizzando l’operazione che sarà diffusa via media (web e TV satellitare) e con l’ausilio dei potenti social network.

 Se poi ai brani audio gli artisti ci aggiungeranno delle immagini degli scavi il risultato avrà anche un compendio visivo utile a dare una documentazione sullo stato di fatto degli scavi stessi.

In modo da promuovere Pompei ed il suo Grande Progetto di recupero verso un target trasversale  sia in ordine di età anagrafica, che di interessi, quale è quello degli appassionati di musica rock ed elettronica (di allora e di oggi ), che oggi in Remix a Pompeii si possono ritrovare riuniti con l’ausilio di della  rete e di  nuove forme di espressione artistico video-musicali.

Open data (video) musicali ?

Remix at Pompei prevede che i files musicali  dei Pink Floyd possano essere liberamente utilizzati, riutilizzati e ridistribuiti, con la sola limitazione , della richiesta di attribuzione dell’autore originario, ivi compresi i relativi diritti di sfruttamento commerciale (a meno che non si trovi un accordo con i Pink Floyd e la loro casa discografica di riferimento per i brani elencati)

Il dato musicale (accompagnato da un compendio visivo)  potrà essere utilizzato come dato aperto  perseguendo il fine di far comprendere meglio il mondo dei beni culturali, di cui  sia la musica dei Pink Floyd che Pompei a vario titolo fanno parte, e  di creare un servizio innovativo di promozione territoriale.
Remix at Pompeii potrà quindi essere un precedente nel percorso open data applicato al settore musicale, con cui  generare nuovi rapporti professionali (ma anche sociali ) costruiti sulla collaborazione e la trasparenza, diventando un driver progettuale con cui generare innovazione reciprocamente vantaggiosa, sia per chi vi partecipa (i remixers ) che per Pompei stessa.

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Pompei contemporanea?

Pompei è un luogo d’elezione per l’incontro con  l’Antico.

Il sito archeologico ha continuato a rianimarsi e rivivere, oltre che nella fantasia di viaggiatori e turisti, nelle rielaborazioni di poeti, romanzieri, scultori, pittori, musicisti, cineasti.  Il film dei Pink Floyd  rientra in questa lista di incursioni , essendo  una lunga performance sonora e visiva in cui si sono fuse un paesaggio antico con un linguaggio musicale  moderno.

La musica (allora ) d’avanguardia si articolava tramite la sequenza di immagini relative al passato.      I temi delle canzoni eseguite e le sonorità sviluppate ben si allineano, per forma e per contenuto, alle figurazioni architettoniche e pittoriche individuate dentro e fuori il sito archeologico di Pompei.

Quello che andremo a far fare si collega a questa dialettica antico / moderno,  ma ne vuole superarne la retorica attraverso lo slancio ed il balzo nella contemporaneità, sia tecnologica che artistica, attraverso l’uso del web per quanto riguarda sia la sua creazione (il remix), che per la diffusione dei risultati musicali (e visivi) resi possibili anche da essa.

Oltre le rovine cinematografiche

In questo modo il progetto  non sarà solo un rievocazione nostalgica, o la quinta versione  coverizzata delle musiche del  film, ma un tentativo  di superare definitivamente la percezione di Pompei, di Napoli (e dell’Italia stessa), come luoghi/ set scenografici passivi (vedi Grande Bellezza -Sorrentino), per promuovere il sito archeologico rivitalizzato  dal  grande humus culturale circostante .

Protagonista  del contesto  a cui appartiene e promotore esso stesso di un’operazione (internazionale) di valorizzazione territoriale.

Un precedente che potrà essere di esempio per altre iniziative similari, da realizzare in luoghi  e siti nazionali dal grande richiamo turistico – culturale

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A questo scopo potrebbe essere interessante  una joint venture con Google, che potrebbe inserire nel progetto World Wonders (http://www.google.com/culturalinstitute/project/world-wonders) i documenti audio che andremo a raccogliere nella streetview degli scavi, in modo da accompagnare i navigatori durante la visita virtuale tra i decumani e le domus romane.

E quanto costa il giochino?

Si ritiene prematuro ipotizzare un bilancio previsionale dell’iniziativa  alla quale tutti i musicisti coinvolti saranno chiamati a partecipare in maniera completamente gratuita.

Come completamente gratuito sarà  la ricerca e la supervisione degli artisti che si andranno a  coinvolgere nei vari livelli elencati

Si dovranno invece mettere a bilancio i costi di sviluppo e mantenimento tecnico sia per quanto riguarderà il sito web dedicato, che per una sua redazione, che per la messa a formato web dei contributi audio e video

Saranno anche voci di costo la produzione di un eventuale esibizione live , la sua ripresa e messa in streaming via rete.  

 Altra voce di costo saranno le spese di comunicazione che potranno essere ripartite su sponsor istituzionali o privati ed media partner in collaborazione.

E domandone finale ; chi paga?

Le entrate potranno derivare  da finanziamenti pubblici e privati quali sponsor interessati. Ma anche da iniziative di crowdfounding(raccolta in rete di donazioni ) aperte a tutti.

Non ultimi saranno, i proventi della vendita dei  files MP3 della compilation ufficiale dell’eventuale e relativo merchandising, dei diritti di sfruttamento televisivo dei biglietti per assistere al minifestival citato  sia nel sito archeologico, che via web.

Si rimanda il tutto al momento in cui il progetto avrà  un suo primo  benestare a procedere da parte di MIBAC, della Sovraintendenza  di Napoli e Pompei e non ultimo del patrocinio dei Pink Floyd, con il quale magari potremo anche pensare di camminare con le ns gambe.

Nel caso siate arrivati fino al fondo del pensierino e siete interessati a collaborare sia al Remix dei brani citati in precedenza (magari facendo dei beta mix per sentire come suonano?) che ad altro più inerente alle altri fasi del progetto you ‘ll be welcome , scrivetemi  a boris@oneboris.net  o cercatemi su Fb;  https://www.facebook.com/mauro.boris.borella .