
Le vibrazioni musicali post-filuzzi hanno superato a Bologna il quarantello,ed hanno lasciato una traccia indelebile in città tutt’ora viva ed attiva.
Un marchio DOG (Dance D’Origine Garantita) dovuto a luoghi, personaggi e produzioni discografiche che hanno accompagnato intere generazioni attraversandole facendo ballare e divertire potremo dire padri, figli ed ora forse anche nipoti!
Le Bo-Vibes risalgono infatti alla prima insuperata italo-afro degli anni ’70, che ebbero nel vicino CHICAGO di Baricella i primi luoghi di spaccio danzereccio.
Giravano al tempo solo i vinili gente del calibro di: Dj Meo, Dj Ebreo , Spranga e altri altri cavalieri della console, o dello studio quali Mauro Malavasi (vedi citazione nel titolo della song di Lucio Dalla) , entrati nel mito prima di essere travolti dall’onda discote(cara) e dalle chiusure politiche del movimento studentesco con relativa spaccatura tra stili e luoghi dalle sonorità impegnate, ed altri considerati faceti .Tra cui ricordiamo la Capannina, il Ciak di Dj Miki ma anche di Mandrillo , ed il mai dimenticato Variety del produttore Marco Stanzani (LunaPop /Cesare Cremonini) , diventato successivamente il Matis dei mitici Tantini & Carnoli.
In questo climax nei successivi anni 80 si aprono le valvole di sfogo multimediali dove possono convivere “creativamente” le due anime; Q.BO e Casalone ( Covo dei Technogod di Maurizio Liguori e George Koulermos) .Oltre a varie case del popolo come la Morara, il Candilejas, trasformate all’occasione in new balere notturne.
E’ l’epoca della new wave e dell’electropop, e Bologna non sta a guardare sfornando gruppi con l’Italian records di Oderso Rubini come Gaznevada, Noia, e con la Multimedia Attack del cyber trans gender Helena (Jumpy) Velena , factory dove si sperimenta la via del post-punk dei CCCP del oggi miracolato Lindo Feretti ed i primi esperimenti rap in Italia dei Devastatin Posse, passati quasi inosservati al grande pubblico, per l’effetto “asso piglia tutto “del primo Jovanotti innervosente” Gimme Five”.
Nuovi suoni e nuovi luoghi che trovano nel Frigò (o Free Go) del Parco Cavaioni e nel Riverside al q.re Barca le prime one nights Rappa/Brekka a cura del Dj “R” il Generale e Pappa Rodrigez (RIP) supportate ai microfoni da due MC freschi, freschi di London styla; Calvin Smith /Soulboy d MC Pepsee
Arriviamo beat su beat al 1988, quando durante la prima Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo viene occupata nel pieno centro città (retro Arena del Sole) l’Isola nel Cantiere,il primo centro sociale dove attecchiscono hip hop e raggamuffin , e da cui vengono alla ribalta artisti quali ;Isola Posse All Star poi SXM-Sangue Misto, Papa Ricky, Dj Rodriguez, Sud Sound System e soprattutto Neffa, artisti prodotti dalla Century Vox di Renato Amata e Pierfrancesco Pacoda, confluita in seguito come MixtophonicoLab al Link.
Mentre al suo esterno come non ricordare l’eclettico Lele Gaudì ed il successo sanremese degli Aereoplani Italiani dei geni iper-produttivi Ricky Rinaldi(Ohm Guru) e Roberto Vernetti con alla voce il radiofonico Alessio “prezzemolo”Bertallot.
In parallelo in terra Felsinea si afferma nei primi anni 90 l’house music, subito esportata da Flavio Vecchi via Echoes in liberi territori rivieraschi e la techno (soprattutto trance) che porta ai vertici delle classifiche di vendita gruppi come i i Datura e djs come Ricci, Cirillo che avevano nel Matis di Casteldebole il loro tempio pagano e sacrificale.Faceva da contrappunto l’evergreen Kinki dove Luca Trevisi (LTJ X-perience ) prima ed successivamente i Pasta Boys (Dino Angioletti, Uovo e Rame) affermano uno stile personalissimo di “italian soulful house” che li porta a collaborare con le etichette più famose del pianeta del genere.
Ma che dire della DFC- Dance Floor Corporation, cellula dell’Expanded music di Giovanni Natali ,in cui già avevano trovato spazio Throbbing Gristle, Clock DVA, Tuxedomoon, X, Germs, Bauhaus, Lydia Lunch, e dove il visionario, Jody Marcos portava alle macchine tipetti del calibro di Afrika Bambaata , KLF e produceva passando per fenomeni internazionali come Ramirez , Moratto fino all’orgasmico Sueno Latino di Gemolotto & co?
Sembra la voce della settimana enigmistica;forse non lo sapevate che…?
Ma è tutto vero, Bologna per anni è stata una delle prime cities della dance mondiale , una calamita che attirava e respingeva artisti e generi senza sosta, al punto che anche ( l’allora) ascoltatissima Radio Italia Network decise di spostare la sua sede dal Friuli a qui, dando voce ad uno dei programmi più belli mai sentiti a cura di Aky Tune , meglio conosciuto dagli addetti come Achille (Franceschi) owner del Disco D’oro di via Galliera, negozio culto paragonabile a quello descritto in Alta Fedeltà da Nick Horby, sopravvissuto tutt’oggi allo tsunami digitale.
Siamo nel 1994 (Aprile con precisione) e dietro la stazione centrale apre il LINK Project e le cose dal punto di vista dance elettronico iniziano rifarsi serie
Da li passano tutti, ma scrivo tutti i nuovi sottogeneri ed i protagonisti della scena.
Un elenco sterminato compilato in 10 anni ed oltre (essendo ancora aperto in un altro luogo ) nel quale si annoverano anche una serie di producers interinali quali Bartolomeo Sailer /Wang Inc, Dj Pezzo, Mayo Soulomon e Angelo Sindaco (aka Sindacops e Giorgio Vocoder) con i progetti Poker ed House Royale questo uscito sulla prolifica Irma records,come anche 35mm a cui partecipava anche il mitico “Baffella” che pochi sanno chiamarsi Gianluca Ghini
Trasversali dell’ultimo periodo il collettivo Homework (Andrea Sartori e Marco Tonni aka Touane ) ed il combo dei Dj Unzip (Marco e Toni) oggi art-director del RoBOt Festival,
Mentre la Drum’n’bass arena di cui facevano parte Dj R, Cocco , Afghan ed il lanciatissimo Andrea Maver ora entrato nella scuderia della Mantra Breaks del label manager Marco Peedoo Gallerani (Hell Yeah recordings), prima etichetta dello sforna hits Santos, Madox (Riva Starr) e Mowgli.
Nei meandri del Link si forma l’agitatore sonoro Riccardo ( DJ) Balli e la sua Sonic Belligeranza. Sperimentatore estremo oggi a capo del progetto di archiviazione dei suoni di Bologna http://www.bolognoise.org Bologna Noise (ma anche dal dialetto Bulgnais ), archivio digitale che si propone di archiviare i suoni concreti della città, dalla campane di San Petronio, alle fontane del Nettuno, a Beppe Maniglia etc etc..
Satellitari al Link (ma basilari per ispirazione e supporto) sono da segnalare anche gli oriundi Massesi; Massimo Carozzi (ZimmerFrei) , Manuel Giannini e Alessandro Bocci (Starfuckers –Sinistri).I primi due a capo del progetto techno-dub minimale Weight & Treble con alla voce Susanna La Polla aka Suz . Mentre Bocci mette sul piatto il briscolone del progetto minimal-funk M16 uscito per la indomita Persistence Beat rec.
Ma se gli “scantinati” del recupero industriale più underground si davano da fare anche gli ambienti “bene”nel pieno centro all’interno del quadrilatero bolognese non stavano a guardare,la Jato Music connessa con il luxury loft l’Inde le Palais e la seminale radio Fashion FM (ora Futurshowstation) sfornava delle patinate compilation dance ambientale di altissimo livello e produceva la fenomenale Tying Tiffany reginetta della scena electro clash italiana (e non solo) supportata al mixing e sul palco da Lorenzo Montanà, unico italiano uscito per la FAX rec.di Pete Namlook RIP pure lui).
Nella crew della ex-Suicide Girl peschiamo anche un altro nome; Alex Dandi.Si proprio lui .il commentatore dell’UFC (Ultimate Fighting Championship) mix arti marziali statunitense trasmesso su SKY, il regno delle “mazzate e muorte” (come dicono a Napoli). è anche uno dei più propositivi producer made in Bologna con i suoi progetti targati prima Pinktronix ed ora 4gotten floor.
Chiudiamo l’escursione spazio temporale tornando dal punto in cui eravamo partiti (un po come nei film di Kubrick…), il KINKI , locale situato proprio sotto le due torri, il simbolo monumentale della città che meglio la rappresenta nel mondo. Luogo dal sotto il quale è letteralmente “sbucato” Fabrizio Maurizi, nome d’arte Roger.
DJ producer emergente messo sotto contratto da Richie Hatwin per la sua Minus La Deutsche Grammophon della techno, una delle etichette più prestigiose nel panorama della musica dance elettronica planetaria, grazie alla quale è oggi l’ambasciatore internazionale della città, che fregiata nel 2005 del riconoscimento UNESCO appunto per la musica, ha dato tanto ed ancora tanto darà alle piste da ballo di tutto il mondo.
Da qui in avanti andate avanti voi, io sono già sotto le coperte….









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Tag:Bologna, Disco music, KINKI Club Bologna, Link, trance, unesco
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